martedì 1 maggio 2012

La Balia
























Un film di Marco Bellocchio
Con Michele Placido, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Jacqueline Lustig,Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Gisella Burinato, Fabio Camilli, Eleonora Danco, Elda Alvigini, Ginevra Colonna
Drammatico, durata 106 min. - Italia 1999
Trama: 
Bellocchio, dopo anni di allineamento alle direttive (e alle sceneggiature) dell'analista Massimo Fagioli, si libera con questo film da ogni sudditanza e ritrova la sua impronta autoriale non rinunciando a nessuno dei temi che gli stanno a cuore. Si ispira a una delle novelle di Pirandello, ne conserva il plot di base modificando tutto il resto e, con l'aiuto di Beppe Lanci alla fotografia e di Marco Dentici alla scenografia, ne fa un piccolo saggio per immagini fruibile anche dal grande pubblico. Ricostituisce la coppia Bentivoglio/Bruni-Tedeschi, già utilizzata da Calopresti per La parola amore esiste, i due reggono bene alla prova in costume. La vicenda di una famiglia altoborghese (lui è psichiatra) che si trova di fronte al rifiuto della neomadre di allattare il proprio piccolo ed è costretta ad assumere una balia che gli offre latte e amore è il punto di partenza per una serie di riflessioni che si fanno cinema. Bellocchio torna così ad occuparsi della pazzia ma non più di quella dirompente e 'rivoluzionaria' bensì di quella implosa ben più diffusa. Riflette anche sulle lotte per la libertà (ed è forse la parte più didascalica del film), ma mette in gioco con forza i temi, apparentemente distanti, della maternità e della scrittura. In un film in cui la suzione del latte dal seno materno si fa suono significante e in cui le dinamiche di relazione innescate da questo atto vengono esposte senza pedanteria, è la scrittura ad emergere come bisogno 'naturale' e culturale al contempo. La balia analfabeta, che riceve una lettera carica di sentimento dal marito in prigione e se ne troverà una scritta per lei dal medico che le sta insegnando a leggere e scrivere, diviene personaggio in cui si coglie la modernità di un Pirandello che può essere sottoposto a rilettura conservandone lo spirito. Ed è l'uomo pirandelliano quello che apre e quasi chiude il film con un interessante ruolo cameo di Michele Placido.
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